Mayhem+Traumagain+Spoilshroud
Krossower - Scordia (CT) - 20/05/2006
Una serata non proprio nordica accoglie i norvegesi Mayhem in quel di Scordia, una serata attesa ormai da un anno, cioè da quando l’ultimo grande evento metal aveva scosso la terra sicula; c’eravamo lasciati con i Natron a fine giugno del 2005, purtroppo in quell’occasione non ci fu un grande afflusso di gente, forse perché il gruppo headliner era poco conosciuto ai più o forse perché i numerosi concerti, con cadenza quasi mensile soprattutto nell’ultimo periodo, cominciavano a pesare un pò di più sulle tasche di chi doveva affrontare lunghi viaggi. C’erano quindi da aspettarsi grossi numeri per un gruppo che, avendo fatto la storia del black metal norvegese, è diventato quasi una leggenda e si è caricato di un certo alone di misticismo essendo spesso stato al centro dell’attenzione per alcuni episodi rilevanti che ne hanno condizionato la storia.
In notevole ritardo rispetto al previsto orario d’inizio, finalmente arriviamo al Krossower, ma per fortuna nostra anche il concerto era in ritardo, sono le 22:45; dal parcheggio affollato si capisce da subito che l’affluenza c’è. Giusto il tempo di mettersi in fila all’entrata e già si sentono le prime note provenire dalle casse del locale, sono gli Spoilshroud da Catania ad aprire la serata, nuovamente insieme e con un nuovo chitarrista dopo il piccolo split che li aveva coinvolti poco dopo l’estate, sempre in prima fila nell’organizzare questi eventi di richiamo e ponte di contatto con la Nihil prod., l’esecuzione da parte del gruppo è stata breve, più o meno 20 minuti e personalmente sono riuscito ad ascoltare gli ultimi due pezzi di un’esibizione fatta di tre o quattro brani al massimo, pezzi death molto tirati e veloci, ma comunque troppo pochi per farsi un’idea sulle nuove canzoni che andranno a comporre il nuovo album e sull’affiatamento della nuova formazione, a rendere più difficile il compito d’identificazione dei brani c’è stata l’acustica del locale, i suoni erano regolati male e spesso rimbombavano coprendo gli strumenti. Cambio di scena, tocca ora ai Traumagain da Reggio Calabria, che ci propongono un brutal death/thrash molto violento e aggressivo; nonostante l’acustica, la prima impressione è positiva, la tecnica c’è grazie anche all’esperienza dei membri, molti dei quali militano in altri gruppi: il fondatore Mikydeath (Veneregrida) alla chitarra e i “neo-acquisti” Buzz (Memories of a Lost Souls) alla voce e Morlock (Veneregrida) al basso, il coinvolgimento da parte del pubblico c’è, il pogo e le nuche cominciano a scaldarsi sotto il palco. Peccato che anche i Traumagain abbiano suonato per circa una ventina di minuti, durante i quali si segnala anche l’esecuzione di Territory dei Sepultura. Siamo in ritardo e a 00:30 nel locale comincia a diffonfersi la sinistra intro Silvester Anfang, uno ad uno fanno ingresso i Mayhem tranne Attila che attenderà le prime note di Funeral Fog per fare il suo ingresso, indossando un saio color porpora e restando incappucciato per la prima parte del concerto. La voce è gelida e agghiacciante come quella registrata su De Mysteriis, la sezione ritmica è devastante con un Hellhammer, che martella sulle pelli senza sbagliare un colpo e con perizia e velocità a dir poco impressionanti. Durante i pochi stacchi tra una canzone e l’altra, un compiaciuto Attila mostra di aver imparato qualche bestemmia in italiano; il concerto prosegue veloce e tirato e i suoni continuano ad uscire dalle casse in maniera confusa e cacofonica. Il ritmo è serrato ed è Hellammer a tenere le redini del gioco; Attila sfodera il suo pathos e la sua rabbia accompagnandosi con gesti teatrali, risultando a tratti coinvolgente mentre la sua immagine si staglia granitica sopra il palco. Vengono poi eseguite Life Eternal, Ancient Skin, Cursed in Eternity, Pagan Fears. Con Freezing Moon la serata raggiunge il top, il pubblico si sbatte sotto il palco e ad un certo punto si assiste anche ad una piccola lotta tra due persone per accaparrarsi un cimelio lanciato da Attila. L’esibizione sembra volgere ormai al termine quando viene dato spazio alle schegge Deathcrush e Pure Fucking Armageddon con cui il concerto si conclude dopo circa un’ora. I Mayhem lasciano il palco e non concedono alcun bis. Poco dopo Attila si concederà per qualche foto con qualche fan.
La serata è stata positiva, la presenza di pubblico si è avuta, anche se non proprio esorbitante come ci si attendeva, il Krossower non era proprio pieno e a questo avrà sicuramente contribuito l’Agglutination Metal Festival dell’anno scorso che ha visto come headliner proprio i Mayhem. Ringraziamo gli Spoilshroud e la Nihil che ci hanno fornito i pass. Purtroppo l’acustica ha penalizzato tantissimo l’esecuzione e non mi è sembrato neanche giusto che si suonasse per così poco tempo, venti minuti ciascuno per i due gruppi spalla sono pochi, oltretutto era la prima volta che ascoltavo i Traumagain dal vivo e avrei preferito suonassero qualcosa in più. Un indecente Dj Set a base di Korn ha accompagnato ogni cambio di gruppo sul palco, cosa tra l’altro accaduta anche nelle precedenti serate con Marshall e al Raduno Metal del 30 aprile, cos’abbiano di metal i Korn e che cosa c’entrino con una serata black metal non si riesce a capire, forse sarà soltanto colpa del Gods of Metal che quest’anno, per la giornata finale, ha deciso d’invitare gruppi che di metal hanno ben poco o proprio nulla! L’appuntamento è rinnovato come sempre, consapevoli che serate di questo tipo continueranno ad essere rare e sporadiche (anche se si spera non con cadenza annuale) visto l’atteggiamento generico che talvolta ha portato a preferire un concerto piuttosto che un altro vanificando i sacrifici che compiono gestori ed organizzatori.
†Mørke†
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