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[12/06/2013]

Comunicato We Rock Fest

Dopo tanta attesa,torna per il quarto anno consecutivo l'evento estivo catanese dedicato al metallo pesante.
Rinfrescheremo due notti torbide nel consueto splendido palcoscenico naturale alle pendici del vulcano...
e non a caso quest'anno il fuoco è protagonista anche dell'artwork della locandina, poichè i nostri ospiti musicisti anche stavolta sapranno creare l'atmosfera esplosiva che contraddistingue l'evento da sempre.
Siamo orgogliosi di presentarvi il bill del WE ROCK FEST IV OPEN AIR 2013: quest�anno si affiancheranno a
valide band siciliane e calabresi, gruppi provenienti da Toscana, Piemonte e Umbria.
Piccola sorpresa: grazie al progetto �BloodRed�,nato dall�unione dell�esperienza di musicisti appartenenti a
rse, commemoreremo la prematura scomparsa di Jeff Hanneman (Slayer).
Tante saranno le emozioni in un crescendo di energia, dall'Hard Rock più classico, passando per le
composizioni più moderne dello Stoner Rock, per arrivare al Thrash e Death Metal, nel solito clima sereno e
cordiale, tra paradiso e inferno... THE WAY TO HEAVEN & HELL.
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Online le foto del concerto dei Bunker 66 + Guru of Darkness + Camera Obscura
del 25/11/2011
all'insomnia

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Disasterhate
Sacrifice to Eclipse - 2007

I catanesi Disasterhate fanno il loro ingresso sulla scena metallica tramite un EP di cinque pezzi, registrati presso i Sound Empathy Studios di S. Venerina (CT), a dimostrazione del fatto che per avere una produzione professionale, in cui i suoni si distinguano egregiamente, non occorre certo recarsi nell'Italia settentrionale, visto che i fonici preparati esistono anche in Sicilia, terra disastrata da molti punti di vista, non ultimo quello delle strutture musicali.
Il CD, che esce sotto le insegne della TAF Production, dura circa 25 minuti e comprende i testi, poco leggibili in alcuni punti, per via della scelta grafica, in omaggio al titolo dell'album, cioè "Sacrifice to Eclipse". L'eclissi è, quindi, il tema dominante, fin dalla significativa copertina, che rappresenta una città avvolta nel buio dell'eclissi, vista in lontananza, come se il punto di vista dell'osservatore fosse posto in una campagna limitrofa; il buio, oltre che causato dal fenomeno naturale, è probabilmente anche allegorico, visto che nel cielo domina una figura, uno spirito misto a foschia, un'entità che si staglia minacciosa sul tutto, in particolare sui comuni mortali. L'immagine interna, che raffigura i quattro musicisti, è curata nei minimi dettagli, dal vestiario allo sfondo ed all'attitudine, sguardi compresi, ad evidente prova del fatto che anche l'occhio vuole la sua parte, almeno quando si parla di metallo nel vero senso del termine.
Il disco inizia con l'esplicita, fin dal titolo, "God is Dead", inno alla consapevolezza di sè stessi ed alla liberazione dalle catene virtuali, dovute all'ignoranza del popolo ed alle bugie secolari di personaggi, troppo spesso interessati al potere ed al denaro anzichè alle anime, che in Sicilia contano più che altrove, dato che non parliamo di semplici retaggi del passato, ma di pura attualità, visto che le catene di cui sopra opprimono la nostra terra ancora oggi e chissà per quanto ancora occorrerà sopportarle; dopo un'intro caratterizzata da voci oscure, la canzone si evolve in un death metal aggressivo, con un breve rallentamento a metà, per un finale all'insegna del death atmosferico.
"Jupiter Effect" riguarda la distruzione della terra e dell'umanità, anche questo argomento attualissimo, dato che viviamo in questi tempi di enorme decadenza sociale; la conseguente disillusione, probabilmente personale, si avverte per tutta la durata del brano, più cerebrale e meno diretto del precedente, con tocchi "moderni", che ricordano i Meshuggah. "Domina mundis" è, presumibilmente, dedicata alla morte, unica signora e padrona del mondo, alle cui grinfie nessuno sfugge: il pezzo è darkeggiante, con delle sporadiche ed interessanti clean vocals, che non ammorbidiscono, comunque, l'impatto iniziale.
La title track è pervasa (come tutto l'album, ad essere sinceri) dal fantasma di Friedrich Nietzsche e dal nichilismo che può nascere quando si assiste al declino di un'umanità ormai spacciata: un lavoro caratterizzato da un ritmo marziale e dal campionamento di echi di guerra, che sembrerebbero, se non andiamo errati, voci di soldati di una Panzer Division. Si chiude con "Psychodrama", tributo a J. L. Moreno, dove chi canta invita l'interlocutore a scambiare i propri occhi con i suoi ed a valutare la realtà da un altro punto di vista, differente da quello consueto: canzone intima, a tratti malinconica, con qualche sperimentalismo qua e là.
Tutto l'album, in conclusione, è basato più sull'impatto che sul solismo, comunque la tecnica non manca; inoltre, l'utilizzo continuo della doppia voce e di quelle addizionali di alcuni ospiti, più rarefatte, contribuisce alla varietà del suono. Consigliamo il disco, naturalmente, ai seguaci del death metal, ma anche agli amanti delle sonorità estreme, oltre che ai metallari più tradizionalisti che siano interessati ad aggiornare un minimo le proprie vedute, senza che ciò significhi buttare alle ortiche il passato da cui tutti noi, orgogliosamente, proveniamo.

Contatti: www.myspace.com/disasterhate

Voto: 8

Giuliano Latina

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