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NeraLuce Nera Luce - 2007
I calabresi Nera Luce si presentano per la seconda volta al pubblico, dopo l'EP del 2002, con un lavoro di ben undici pezzi, dalla buona produzione, dato che il suono è chiaro e nitido; il CD dura circa 45 minuti e comprende i testi, in italiano, interessanti, stampati con grafica molto curata e buon contrasto di colori. La copertina raffigura un ominide, o forse un alieno, che guida i suoi simili in mezzo all'oscurità, facendosi schermo con le mani, per guardare meglio attraverso l'oscurità della "nera luce". La foto interna, a nostro avviso, è un po' troppo casual: ci permettiamo, pertanto, di consigliare alla band una maggior cura dal punto di vista dell'immagine, dato che non parliamo di un gruppetto di scalcinati alle prime armi, ma di musicisti preparati, che possono veramente andare lontano.
Il disco si apre con "Insidie", invettiva contro la società odierna, caratterizzata da un bel riff e da un valido assolo di chitarra; "Giuda" è più aggressiva, essendo probabilmente legata ad una vicenda personale; "Luna piena" è il primo picco di eccellenza, visto che parliamo di una lenta psichedelica, all'insegna della disillusione. Si continua con "Apnea", brano diviso in due parti: la prima effettata ed ipnotica, la seconda leggermente darkeggiante, con la sezione ritmica in gran risalto e la tastiera che si alza imponente, per un vortice finale in stile anni '70. Segue "L'infinita danza", legata ad interessanti cambi di tempo e ad un altro notevole assolo.
"Abra Calabria", come è facilmente intuibile già dal titolo, è una denuncia contro il sistema criminale calabrese, dove 'ndrangheta e politica coincidono, in mezzo all'indifferenza di molti: canzone aggressiva - come è normale che sia, dato il tema trattato - interrotta a metà da un breve intermezzo, seguito da echi zeppeliani, dove il cantante si lancia in un'ottima prova vocale sul tappeto sonoro dell'elettricità finale. Ancora aggressività su "Telecomandati", contro la gente che non ha più la coscienza critica di scegliere che programma guardare o di spegnere la televisione che trasmette quasi sempre spazzatura, gente ormai ad uso e consumo di chi sta nella stanza dei bottoni, in balia di chi decide per noi, come i pupi nelle mani del burattinaio.
"Sane bugie" è un brano velatamente antireligioso, dove la denuncia non è così evidente, bensì va scovata: dapprima veloce, poi ancora coinvolgente psichedelia. "Semplice" è una lenta acustica, che ci dona un po' di speranza, mentre la conclusione è affidata a "Nera luce", dal testo personale, rivolto ad una donna che ormai fa parte del passato.
Consigliamo l'album agli amanti del rock e dell'hard rock, con la speranza che funga da segnale di partenza per una rinascita sonora, dopo un decennio in cui siamo stati seppelliti sotto "note" emesse da persone completamente incapaci di suonare, ma con la presunzione di incarnare il rock, senza capire che, invece, rappresentavano solo se stessi e l'attualità di un periodo di enorme decadenza musicale. Se l'epoca post grunge, pertanto, fosse definitivamente archiviata, a nostro parere, torneremmo ad assistere a spettacoli ricchi di calore, ma anche di tecnica, entrambi punti di riferimento che i Nera Luce tengono molto in considerazione e che, nel loro CD, sono riusciti ad amalgamare in modo efficace.
Contatti: www.neraluce.it www.myspace.com/neraluceband
Voto: 7.5
Giuliano Latina
Recensione vista 127 volte
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