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Noble Savage Killing for Glory - 2007
Il primo album dei Noble Savage, registrato nel 2003, vede la luce solo nel 2007, per via di intoppi discografici: è vero che la pazienza è la virtù dei forti, ma, nel frattempo, la formazione ha registrato le defezioni del cantante e del batterista. Il disco è, pertanto, testimone di un’epoca non tanto remota, ma non ci permette di valutare le prospettive del futuro suono del gruppo. Il CD esce sotto i vessilli della Underground Symphony: la classe non è acqua, dati il buon audio e l’elegante libretto plastificato, perfettamente leggibile grazie ad una ottima scelta grafica e cromatica, con una copertina tipicamente fantasy e con le foto interne a confermare l’attitudine “true” dei catanesi.
Il disco, della durata complessiva di un’ora, inizia con un brano manowariano, un epic cadenzato, chiamato “Lady of the Snows”, seguito da “Wind of Victory”, power metal un po’ scontato, che migliora nel finale grazie alle chitarre assassine di Luca Campione e Giuseppe Seminara. Il primo momento di rilievo è senz’altro “Noble of the Sea”, lungo pezzo di stampo maideniano, che provoca i brividi a chi lo ascolta con consapevolezza: una notevole composizione, con parti veloci e lente in alternanza ed in perfetto equilibrio.
Una breve introduzione, segnata da un oscuro suono di campane, apre “Shadow of the Night”, canzone diretta, orecchiabile, tipicamente classic metal, da cui è stato tratto un video. Un’altra solenne intro tastieristica, impreziosita da una voce recitata, ci porta ad un'altra fase clou del lavoro: “Time to Kill”, brano epico, in cui la sezione ritmica, formata da Riccardo Liberti e Riccardo Cascone, scandisce il passo da battaglia, mentre gli acuti di Alfonso Giordano squarciano l’aria; il pezzo rallenta, poi riparte in un crescendo aggressivo, per finire in un fiume di tastiere addizionali.
Segue “Black Blade”; usiamo impropriamente il termine “suite” per definirla, visto che è suddivisa in tre parti: la prima power, lenta la seconda, la terza dominata da cavalcate maideniane. Un momento di grande respiro è creato da “Seasons of Lies”, atmosferica, melodica, interpretata con un’intensità d’altri tempi dal cantante, accompagnato nella sofferenza da una malinconica chitarra. Il disco si chiude con “We’ll Never Die”, power dal ritornello coinvolgente, breve ma efficace e con “Dreaming”, cover degli Heavy Load, lenta darkeggiante con bei cori e tastiere efficaci.
Sappiamo benissimo che le coordinate per il genere proposto furono dettate una trentina di anni fa e che l’album dei Noble Savage non si può definire innovativo, ma riteniamo di saper distinguere tra chi scopiazza spudoratamente dai leggendari padri e chi rielabora con maestria, competenza e personalità. Consigliamo il CD non solo ai nostalgici ed agli amanti delle sonorità epic e power, ma, soprattutto, a chi non riesce a convincersi che le emozioni nascano soltanto dalla velocità o dalla distorsione, come molti, al giorno d’oggi, purtroppo, credono.
Contatti: www.noblesavage.it
Voto: 8
Giuliano Latina
Recensione vista 127 volte
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